Sono due delle purtroppo tante situazioni di crisi occupazionali del Piemonte in questo anno. Parliamo dello stabilimento del caffè Hag e Splendid di Andezeno (TO) e della Pernigotti in provincia di Alessandria. Due storie simili: la decisione unilaterale di una multinazionale che comunica la chiusura del sito produttivo e la delocalizzazione. In entrambi i casi, la Jacobs Douwe Egberts nel primo e la Toksoz nel secondo, le società multinazionali sono proprietarie dei marchi e intendono continuare a vendere come prima sul mercato italiano.
Le due vicende, per numeri e contesto produttivo, presentano alcune condizioni per immaginare un possibile percorso di recupero aziendale da parte dei lavoratori. La partita sui marchi è certamente centrale, più importante forse nel caso della Pernigotti. Ma nulla esclude che quelle realtà produttive possano reinventarsi come conto terzisti. Nell’alessandrino così come nel torinese c’è una storia e un patrimonio di competenze e saper fare che sarebbe importante non disperdere.
Perché non provare ad immaginare una soluzione workers buyout per queste crisi attualmente con pochi sbocchi?
Sulla Pernigotti vi sono stati alcuni segnali: Coop agricole in soccorso della Pernigotti.
Sulla Hag/Splendid, arrivata ora la definitiva e irrevocabile scelta dell’azienda, potrebbe essere il momento di vagliare l’opportunità.
In Piemonte ci sono già alcuni casi di successo di recupero d’impresa, in particolare: la cooperativa Pirinoli di Roccavione (CN), la Cooperativa Italiana Pavimenti di Sommariva Bosco (CN) e la trentennale esperienza della Nuova Crumière di Villar Pellice (TO). Perché non immaginare un incontro tra i lavoratori di queste imprese recuperate con i lavoratori e le lavoratrici della Hag/Splendid e della Pernigotti?
Chi potrebbe decidere di provarci avrebbe l’opportunità di confrontarsi con chi ci ha già provato, condividendo le stesse paure, timori e speranze.