“La definizione è come spesso accade “anglofona” (la cosiddetta workers buyout) e la tradizione arriva dal Sudamerica, dove si sono manifestate le prime esperienze concrete. Ma è l’italiano che regala l’istantanea più efficace di quello che può essere un valido antidoto alla crisi: le “imprese recuperate”, ovvero aziende in preda alla crisi che vengono salvate dal baratro per mano dei lavoratori stessi. Uno slancio che preserva l’attività, ma anche i posti di lavoro. A tutto beneficio dell’intero territorio.
Da oggi, tutto questo meccanismo ha una “casa”, anche se virtuale: il portale www.impreserecuperate.it. “È il primo progetto ideato dalla nostra associazione – dicono i ragazzi di Collettivo Ricerca sociale, Matteo Amatori, Leonard Mazzone e Andrea Aimar – e rappresenta gli esempi particolarmente esemplari dal punto di vista della solidarietà e del cooperativismo, visto che i lavoratori spesso impiegano il loro TFR o la mobilità”.”